Il vicino – Prima parte

Bologna, aprile 1994

Alberto mi aveva davvero scopato alla grande, la seconda volta… Mi aveva di nuovo sottomessa ai suoi voleri ed io mi ero trasformata nella sua bambola. Aveva abusato di me come e quanto aveva voluto e la cosa mi aveva fatto provare un piacere incredibile. Il mattino dopo mi svegliai ancora frastornata e, mentre ero ancora nel letto, mi masturbai freneticamente pensando alla notte appena trascorsa. Avevo appena concluso questa “attività ludica” quando suonarono alla porta. Non aspettavo nessuno… Andai ad aprire e trovai il signor Aldo, il mio vicino di casa. Aveva circa 65 anni e una faccia da vecchio porco. Mi guardava voglioso da quando io avevo 16 anni, l’avevo notato diverse volte… Cosa voleva? Mi salutò gentile e chiese se c’erano i miei. Risposi di no e lui mi guardò strano…

“Ah, ecco perché ieri sera ti sei divertita tanto!”

Farfugliai qualche parola senza senso…

“Ma no… Non ho fatto niente… Ero da sola…”.

“Certo, come no…” fu il suo commento.

Era evidente che con Alberto non eravamo stati troppo discreti e lui aveva sentito tutto. Intanto si era avvicinato a me e mi stava spingendo verso l’interno della casa.

“Cosa fa, signor Aldo…” dissi.

Lui mi guardò negli occhi e disse:

“Da come urlavi ieri sera deduco che il cazzo ti piace parecchio…” e cercò di baciarmi.

Cercai di ritirarmi, ma lui mi afferrò per un braccio e mi disse:

“Non vorrai che i tuoi sappiano cosa fai quando loro non ci sono, vero?”

e mentre diceva così mi baciò, dando un calcio alla porta. Cercai di divincolarmi, ma per tutta risposta lui mi strinse più forte le braccia e, guardandomi negli occhi mi disse:

“Adesso tu mi succhi il cazzo o io racconto tutto ai tuoi genitori”.

Cercai nuovamente di divincolarmi, ma lui mi afferrò per i capelli, girandomi la bocca verso la sua e baciandomi di nuovo. Mi faceva un po’ schifo, ma non osai oppormi. La sua lingua mi frugava in bocca, mentre le sue mani scendevano sul mio culo a palparlo. Nella mia mente c’era il disordine totale: da un lato mi faceva senso fare quelle cose con quel vecchio porco, dall’altro quella situazione aveva in se un gusto del proibito che mi stava facendo eccitare. Si staccò dalla mia bocca e guidò la mia mano sul suo pacco. Sotto la stoffa dei pantaloni sentii un rigonfiamento notevole: doveva avere un bell’arnese. Mi afferrò di nuovo per i capelli, girando il mio viso verso il suo e guardandomi negli occhi mi disse:

“Hai sentito che bel cazzo che ho? Tanto lo so che ti piace, ti ho sentito stanotte che mugolavi di godimento mentre quel ragazzo ti fotteva… Sono stato a origliare tutta la notte e mi sono ammazzato di seghe…”

E mi mise di nuovo la lingua in bocca. Sentivo il suo membro ingrossarsi sotto la mia mano. Mi si stava annebbiando il cervello. Quella lingua che mi frullava in bocca e quel cazzo che si ingrossava e aspettava solo che io lo liberassi dai pantaloni mi stavano facendo sragionare. Istintivamente le mie mani andarono sui bottoni e gli slacciai i pantaloni, che caddero ai suoi piedi. Subito dopo toccò alle mutande e mi trovai in mano un cazzo veramente grosso. Aldo si staccò dalla mia bocca e mi spinse giù. Non doveva fare più molta fatica, ora. Le mie volontà di resistere erano già andate a farsi benedire e mi chinai davanti a lui e glielo presi in bocca. Pensai a cosa stavo facendo e ebbi qualche rimorso: stavo facendo un pompino a un signore di 65 anni!!! Ma ormai non potevo più tornare indietro, le sue mani si erano posizionate sulla mia testa e mi spingevano avanti e indietro, mentre le mie labbra correvano sulla sua asta. Misi una mano su quel grosso membro e iniziai a muoverla avanti e indietro. Aldo era visibilmente eccitato, una ragazza di 18 anni gli stava facendo un pompino! Sempre continuando a succhiare mi fece togliere la maglietta lasciandomi con le tette al vento. Probabilmente la situazione lo aveva eccitato oltremisura, tanto che dopo pochi minuti di pompino lo sentii irrigidirsi e poco dopo iniziò a rovesciare un fiume di sperma caldo nella mia bocca, che non riuscì a contenerlo tutta, tanto che poco dopo cominciò a colarmi sul viso e sulle tette.

“Siii, così, brava… Sborro…. Dai, ingoiala tutta… Che brava troietta che sei…” diceva…

Tolse il suo membro dalla mia bocca e rimase a guardarmi: ero in ginocchio davanti a lui, con gli avanzi del sui sperma in faccia e sulle tette…

“Sei una brava ragazza, ma adesso devi farmi felice davvero”.

Ma come, non ne aveva abbastanza?

“Ma, signor Aldo… Potrebbero tornare i miei genitori…”
“Non è vero, prima di sera non saranno qua, lo so, li ho visti quando sono partiti e me l’hanno detto… Quindi adesso mi voglio divertire ancora e sai che devi stare zitta, altrimenti ti sputtano! Andiamo, alzati!”

Mi tirò su, mi abbassò i pantaloni della tuta che avevo addosso e mi guardò con addosso solo gli slip neri che portavo.

“Sei davvero una bella troietta, dai, andiamo di là!”

E mi fece avviare verso il divano del salotto, con addosso solo le mutandine, mentre lui, liberatosi dei pantaloni e delle mutande che aveva ancora ai piedi, mi seguiva rimirando il mio culo. Arrivammo di là e lui mi cinse da dietro, leccandomi il collo. Sentivo il suo cazzo di nuovo duro che spingeva contro il mio sedere. Mi fece reclinare, appoggiandomi con le mani alla spalliera del divano, mi rimirò un attimo e poi mi tolse gli slip e iniziò a toccarmi. Muoveva la mano con esperienza e in poco tempo mi sciolsi e iniziai a bagnarmi. Intanto lui con l’altra mano si masturbava. La situazione mi aveva già eccitata parecchio e la mia vagina era già abbondantemente bagnata.

“Vedo che non ti dispiace, eh, puttanella?”

Mi girai a sedere sul divano e presi di nuovo in bocca il suo pene, già duro e con ancora il sapore dello sperma.

“Dai, succhia bene, che poi te lo sbatto dentro!” mi disse…

Ormai era perfettamente in tiro. Mi spinsi indietro sul divano, allargai le gambe e dissi

“Dai, prendimi…”

Non se lo fece dire due volte. Lo appoggiò e lo spinse dentro. Lo sentivo che mi riempiva tutta, era davvero grosso. Cominciò a spingere, ormai ero completamente in balia dei sensi, un uomo di 65 anni mi stava prendendo sul divano di casa e io non solo non mi opponevo, ma addirittura godevo! Raggiunsi infatti rapidamente il primo orgasmo, mentre lui continuava a possedermi.

“Girati!”, mi disse.

Mi rimisi a pecorina sul divano, com’ero prima e lui mi prese da dietro. Lo sentii di nuovo dentro di me e che ricominciava a spingere. Le sue mani si misero sui miei fianchi e mi afferrarono con decisione, guidandomi avanti e indietro. Ebbi un secondo orgasmo. Aldo non sembrava volerne sapere di venire, dopo aver inondato la mia bocca poco prima. Continuò a possedermi da dietro ancora per un bel po’. Ormai non ne potevo più, mi stava prendendo da mezz’ora e la mia vagina era in fiamme, devastata da quel grosso arnese.

“Siiii, vengo, dai… “, lo sentii dire.
“Non dentro!!!!”

fu la mia risposta, ma lui mi afferrò ancora più forte e accelerò il ritmo. Non volevo che mi venisse dentro.

“Non sborrarmi dentro!!!!”

urlai e in quel momento lo sentii uscire e poco dopo avvertii il suo sperma caldo sulla mia schiena. Venne tantissimo anche questa volta. Si avvicinò con la faccia alla mia e mi baciò in bocca, dicendomi:

“Non ti volevo venire dentro, stai tranquilla… Anche perché io e te ci divertiremo ancora in futuro, vero?”

E mi guardò con uno sguardo da porco che non prometteva nulla di buono. Così, dopo essere diventata la troietta di Marco e Alberto, sarei stata la stessa cosa anche per il signor Aldo…

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