Camera 519 [Un racconto di Guido]

È un periodo lavorativo molto intenso, verso fine anno tutto accelera e tutti hanno fretta di portare avanti le attività per terminarle entro la scadenza dell’anno e quindi può capitarmi di assistere ad interminabili e noiosissime riunioni in cui si parla di budget e di scadenze.

Da alcuni mesi nel nostro ufficio è arrivata una nuova collega, Alessia, giovane ma professionalmente determinata: è una ragazza normale, poco  appariscente, non una di quelle ragazze che ti fa girare la testa se la incontri per strada, ma con un fascino molto particolare che mi ha sempre incuriosito e allora, quale migliore occasione chiederle di venire con me nella prossima riunione in trasferta a Napoli?

“Ciao Alessia, puoi venire da me in ufficio un secondo” – le scrivo sulla chat aziendale

Dopo pochi istanti la vedo comparire davanti a me con il suo solito abbigliamento semplice, quasi da ragazzina, una maglietta larga scura e dei pantaloni leggermente stretti che rendono poco giustizia ad un paio di gambe sicuramente interessanti.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” – dice lei con fare timido – “Sai sono arrivata da poco e sto cercando di dare il massimo e può capitare che…”

“No, tutto perfetto” – la interrompo bruscamente – “ti volevo chiedere se era un problema per te seguirmi nella riunione di Napoli di domani. È un incontro un po’ delicato che continuerà anche il giorno successivo. Ci sono problemi per te?”

“Nessun problema lo sai, quando c’è da imparare ci sono sempre!”

“Ottimo” – Nel salutarla noto che si è mordicchiata leggermente il labbro: nelle mie fantasie è sempre stato un segno di attrazione ma, sinceramente, non ho mai pensato che ad Alessia interessasse un uomo né tantomeno il sottoscritto.

L’indomani ci incontriamo in aeroporto e quasi fatico a riconoscerla: non è la stessa Alessia di tutti i giorni, jeans&maglietta, ma indossa un vestito molto bello ed elegante, non volgare e finalmente ho la conferma della bellezza delle sue gambe. Noto con stupore anche una discreta scollatura che mette in
evidenza un seno che normalmente viene camuffato da magliette di larghezza generosa.

“C’è qualcosa che non va?” – mi chiede, notando il evidente mio stupore

“Assolutamente no, sei perfetta, hai dato un’occhiata all’argomento della riunione?” – chiedo io, cercando di indirizzare il discorso su un ambito professionale – “andiamo, che il nostro aereo ci aspetta”

Durante il volo Alessia fa mille domande sugli argomenti della riunione ma i suoi movimenti fanno cadere il mio sguardo su di lei e la mia testa vola con la fantasia: immagino già poter percorrere il suo corpo con le mie mani, baciare quel suo fantastico collo, passare la mia lingua su ogni centimetro della sua pelle. “È solo una ragazzina” penso fra me e me! Credo che lei abbia notato la mia assenza e interrompe le domande.

“Vedrai che andrà tutto bene” – la tranquillizzo io.

Arriviamo nella nostra sede napoletana e la riunione ha subito inizio, noto con piacere che Alessia prende appunti e, durante l’incontro, si avvicina parlandomi all’orecchio, per darmi il suo punto di vista.
Sentire il suo respiro così vicino mi crea un turbinio di emozioni inaspettato, che mi sta succedendo? “è solo una ragazzina!”. La riunione prosegue, si discute animatamente ma alla fine riusciamo a concludere prima del previsto.

“Andiamo a mangiarci una pizza?” – mi chiede con il suo sguardo innocente

“Bella idea, ti porto in un posto che conosco”. La porto in un bel locale, inconsciamente per fare colpo su di lei, anche se la differenza di età mi porta a stare con i piedi per terra: “è una ragazzina” continuo a ripetere fra me e me “sarà difficile anche trovare un discorso comune a cena”

Invece al tavolo scopriamo una complicità impensabile su tanti argomenti, punti di vista molto simili su molte cose, passioni comuni e, ai miei occhi, la vedo sempre più attraente e noto che il mordicchiarsi il labbro sta diventando sempre più frequente. Ci avviamo verso il nostro albergo, a due passi dalla  pizzeria: le porgo il braccio e lei accetta – “Grazie così non cado con i tacchi, sai non sono proprio abituata”.

“Ti stanno benissimo, dovresti usarli più spesso” – le dico.. e in tutta risposta mi arriva un bacio sulla guancia. Beh non era proprio il bacio che stavo immaginando da qualche ora ma.. “è solo una ragazzina”.

Arriviamo al nostro piano e le nostre strade si separano, la mia stanza numero 519 è poco prima della sua, la saluto “Buonanotte!” – mi risponde per poi proseguire qualche camera più avanti.

Entro in camera e finalmente mi rilasso un po’: è stata una giornata pesante: mi spoglio completamente, è una cosa che mi piace fare negli alberghi, essere completamente nudo in una camera di hotel mi fa stare bene: accendo la tv e mi dirigo verso la doccia per togliere un po’ di stanchezza di dosso.

Terminata la doccia, mi distendo sul letto, e i miei pensieri vanno inizialmente sulla riunione per poi essere completamente spostati su Alessia, sul suo profumo, sul suo collo, sulle parole sussurrate nell’orecchio: l’effetto su di me non tardi a mostrarsi e il mio membro si fa breccia tra l’asciugamano della
doccia.. lo libero pensando già di godermi un momento di relax tutto per me. La mia mano scivola e i miei pensieri volano, immagino la bocca di Alessia alle prese con il mio arnese che, nel frattempo sta diventando duro, mostrandosi in tutta la sua estensione. La mia mano continua a muoversi, con una velocità via via sempre più alta, portandomi vicino al piacere e, proprio ad un passo dalla fine, mi squilla il telefono.

Ma chi è che rompe ora??? Alessia Cell? – Che vorrà da me?

“Pronto Andrea? Non mi hai detto a che ora ci dobbiamo trovare per colazione domani!”

La sua voce.. mai telefonata fu così propizia ma non potevo certo farmi scoprire che mi stavo toccando per lei “Mah.. non so… “ – le dico – “ facciamo… per le.. 8.. 8,30.. va bene?” le rispondo in modo quasi goffo.

“Ma ti ho svegliato? Stavi dormendo? Hai una voce strana!” – mi chiede con sospetto

“No no, tutto bene, molto bene ti assicuro” Ecco, forse potevo evitare questa frase..

“Ma cosa stai facendo???? Ma daii!!” e mi attacca il telefono in faccia. Evidentemente aveva capito tutto e questo sensazione ha portato ad una rapida “discesa” della mia eccitazione. Che figura, beccato da una ragazzina a fare una cosa da ragazzini. E ora? Domani farò finta di niente e speriamo che lei si dimentichi dell’episodio. Non faccio in tempo a finire il pensiero che bussano alla porta:

“Andrea, apri sono Alessia! Devo parlarti”

Accidenti, vuole umiliarmi ora ma forse è meglio così. Mi copro velocemente con l’asciugamano e vado ad aprire. Eccola davanti a me: un paio di pantaloncini corti e una maglietta leggermente corta, scalza.

“Posso entrare un secondo?” – mi chiede rivolgendomi uno sguardo severo

La faccio entrare pensando a cosa poter dire per cercare di giustificarmi in qualche modo, mentire non sarebbe servito a niente ma lei mi anticipa:

“Ma ti stavi masturbando? Magari usando la mia voce? Non farlo mai più!!”

“Si, ti chiedo scusa, non è stato delic..”

“Perché usare solo la mia voce se sono qui?” – mi interrompe bruscamente, avvicinandosi come durante la riunione “Cattivo” – mi sussurra – “volevi divertirti solo tu!” e con una mano fa scivolare verso il basso il mio asciugamano. In un istante mi trovo completamente nudo con lei, la “ragazzina” diventata improvvisamente autoritaria e severa davanti a me. “È da ieri che non vedevo l’ora di essere qui” e così dicendo mi prende per mano accompagnandomi sul grande letto della mia stanza. Si siede davanti a me e, senza troppe esitazioni, prende il mio membro fra le mani e se lo porta dritto sulle labbra, incominciando a leccare tutta l’asta per poi soffermarsi sul glande, facendolo entrare poco per volta nella sua bocca: sento la sua lingua muoversi e sollecitarmi ogni singolo punto del mio pene che reagisce tornando duro come qualche minuto prima.

“E così sono solo una ragazzina?” – mi chiede. Evidentemente qualche volta devo averlo pensato a voce alta e lei non vedeva l’ora di dimostrarmi il contrario. “Felice di essermi sbagliato” e nel frattempo mi avvicino, togliendole quella maglietta che già faceva fatica a contenere le sue forme e due capezzoli turgidi
segno di un’evidente eccitazione. Prendo con decisione i suoi seni e faccio scorrere immediatamente la mia
lingua su quel collo su cui tanto avevo sognato di stare nelle ore precedenti. Incomincio a baciarla con passione e le mie mani cominciano a palpare il suo splendido corpo.

I suoi mugolii di piacere non fanno che aumentare la mia eccitazione: distolgo la mia attenzione dai seni per scendere sul suo addome, un ventre piatto, senza quasi una traccia di grasso, le mie mani le tolgono i pantaloncini e noto con soddisfazione che le sue mutandine sono già umide: gliele sfilo dolcemente e finalmente posso affondare la mia lingua fra i suoi umori, lei ha un sussulto, continuo ad alternare leggeri sfioramenti a penetrazione con la mia lingua e con le dita.. riesco ad assaporare bene il suo sapore, è buonissimo, le sue mani mi accarezzano la testa e mi spingono dentro di lei: ha avuto un orgasmo, la vedo, la sento.. ma ha sempre voglia di me, ha voglia del mio cazzo che ormai è diventato più duro che mai.

Torno a baciarla con passione, le nostre lingue giocano, proprio come due “ragazzini” e nel frattempo riesco ad entrare nella sua passerina completamente fradicia, senza alcuna fatica: lei allarga ancora di più le sue gambe per sentire tutta la mia presenza: continuo a pompare con vigore sentendo nettamente il rumore dei miei testicoli sbattere su di lei, e riesco a portarla velocemente e, con mia sorpresa, ad un secondo orgasmo apparentemente più profondo del primo.
“Non ti preoccupare” – mi dice guardandomi con lo sguardo voglioso – “ora tocca anche a te” e così facendo si gira in posizione supina, mettendo in bella mostra il suo sedere, tondo, perfetto: ed ecco che si bagna le dita e le passa sul suo buchino inumidendolo per bene, facendo capire senza ombra di dubbio le sue intenzioni. Non mi faccio certo pregare e così appoggio il glande al suo buchino già lubrificato e lentamente comincio a farne entrare una parte, a piccole dosi, fino a quando quella piccola parte di dolore si trasforma in piacere.

Da quella posizione riesco ad ammirare la sua schiena, bellissima, con due fossette appena sopra al suo sedere che mi portano brevemente alla soglia dell’orgasmo: lei si accorge che sto per venire e stringe ancora di più il suo culetto facendomi eiaculare in modo ancora più esplosivo dentro di lei.

Rimaniamo per un attimo così, quasi immobili, appagati da quella splendida quanto inaspettata scopata appena fatta, lei si gira verso di me

“A che ora avevi detto colazione?” ed entrambi scoppiamo in una fragorosa risata, sapendo entrambi che ci sarebbero state altre riunioni di.. approfondimento.

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