Capodanno di una diciottenne

Bologna, 31 dicembre 1993

Dopo aver incontrato Alberto quella sera di fine novembre a casa mia (vedi “Alberto – Parte prima”) arrivarono le feste di fine anno. Non avevo ancora 18 anni (li avrei compiuti a febbraio), ma pensavo che avrei dovuto divertirmi quella sera. Cercai disperatamente di organizzare qualcosa in cui fosse coinvolto anche lui, ma mi andò male, perché andò in montagna con gli amici e io rimasi fregata.Mi consolai in fretta perché Marco, l’altro mio compagno di avventure dell’estate precedente abitava nella mia stessa città e mi chiese se fossi voluta andare ad una festa che stava organizzando in un locale che aveva trovato per l’occasione. Grazie al fatto che i miei genitori conoscevano bene Marco e i suoi non fecero problemi per lasciarmi andare. Mi avrebbe accompagnato mio padre con la macchina, e mi sarebbe tornato a prendere quando lo avessi chiamato a festa finita.
Arrivò la sera del 31 e iniziai a prepararmi.
La mia trasformazione da ragazzina modello a troietta era già avvenuta, ma negli ultimi mesi si era fatto sempre più strada in me il pensiero che mi sarebbe piaciuto avere e usare della lingerie sexy. L’esperienza con Alberto, quando indossai l’intimo di mamma mi aveva colpito. Iniziai a curiosare nelle vetrine e nei negozi del centro, quando ero in giro e ogni volta avrei voluto comprarmi biancheria provocante. Mi piacevano i pizzi, i perizomi, le calze autoreggenti. Pensai che Capodanno poteva essere l’occasione giusta per indossarne un paio, ma se mia madre lo avesse scoperto chissà cosa mi avrebbe detto… Così andai a comprarmele per conto mio e le nascosi nella borsa. Poi indossai un completo rigorosamente rosso e molto sexy, collant neri velati e sopra un vestitino di lana grigio scuro. Un paio di stivali completavano l’opera. Avrei indossato le autoreggenti una volta arrivata alla festa.
Mi truccai, sistemai i capelli e mi preparai a partire. Appena arrivata alla festa e fatto il giro dei saluti andai in bagno e sostituii i collant con le mie autoreggenti nere. Mi guardai un attimo allo specchio: il risultato non era per niente male. Ero già alta quasi 1,70 senza tacchi, pesavo 56 kg, avevo i capelli lunghi lisci castani e gli occhi marroni. Una terza di reggiseno (spinto da un adeguato reggiseno push-up) completava l’opera.
Avevano ragione le mie amiche, se solo mi fossi vestita bene i ragazzi mi avrebbero guardato con degli altri occhi. Si, perché all’epoca il mio abbigliamento consisteva perennemente in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica d’estate e jeans, maglione e anfibi d’inverno. Ritornai nel locale e cominciai a guardarmi attorno. La festa proseguiva, si ballava, si mangiava e si beveva allegramente.
Ero andata a quella festa per divertirmi come intendevo io e ci sarei riuscita, ne ero certa.
Marco iniziò subito a ronzarmi attorno. Non trovavo nulla di strano in questo, in fondo avevamo scopato diverse volte l’estate precedente e c’era un certo feeling tra di noi. Lo trovai da solo che si stava versando da bere. Mi guardò con uno sguardo intrigante.

“Sono contento che tu sia venuta a questa festa, ci tenevo, sai”.
“Anch’io sono contenta di esserci venuta” risposi.
“Hai trovato qualcuno che conosci?”
“Non conosco nessuno, ma sai che faccio presto a fare amicizia” dissi.

In effetti avevo fatto conoscenza con un po’ di persone, ragazzi e ragazze, ma in fondo il motivo per cui ero a quella festa era un altro.

“Dai andiamo, ti porto a conoscere un po’ di gente”

e così dicendo mi prese per una mano e mi trascinò in un vorticoso giro del locale presentandomi a tutti quelli che incontravamo. Il giro si concluse in un punto del locale in cui si apriva una sorta di vano di servizio con una scala che saliva al piano di sopra.
La mezzanotte era ancora lontana, Marco si avvicinò a me, mi passò un braccio attorno alla vita, mi prese in disparte e avvicinò il suo viso al mio. Non mi ritrassi e lasciai che le sue labbra si posassero sopra le mie in un caldo bacio. Mi disse:

“Aspettavo questo momento dalla scorsa estate. Voglio scopare con te, Chiara”.

Lo guardai con un’aria un po’ spaesata e risposi: “Anch’io voglio scopare con te, ma come facciamo?”
“C’è una saletta al piano di sopra, aspetta…” e si cercò nelle tasche,
“questa è la chiave, aspettami su. Busserò tre volte.”, fu la sua risposta.

Lo baciai di nuovo in bocca, presi la chiave andai di sopra.
La saletta era una specie di sala di attesa, c’erano un paio di divani un tavolino e un bagno separato da una porta. La situazione era strana, avevo anche già bevuto e il tutto mi eccitava già da matti. Passarono circa 10 minuti quando Marco bussò tre volte alla porta.
Gli aprii, chiudemmo a chiave la porta dietro di noi ed eravamo già avvinghiati l’uno all’altra. Ci baciammo appassionatamente, con le nostre lingue che si cercavano nelle bocche, mentre le sue mani erano già addosso a me. Andò rapidamente sotto il vestito e improvvisamente rimase un po’ interdetto. Di sicuro si aspettava di trovarmi vestita in un altro modo. Avvicinò il suo viso al mio, mi baciò di nuovo, poi si avvicinò all’orecchio e mi sussurrò:

“Allora sei proprio una troietta…”

poi mi spinse giù, mi fece inginocchiare davanti a lui e mi ordino:

“Succhialo!”

Inutile dire che non me lo feci ripetere due volte. Lo tirai fuori e vidi che era già eretto. Lo presi in bocca. Mi dedicai con cura a quell’operazione, avevo affinato la mia tecnica e devo dire che già allora ero piuttosto brava con la bocca. Ci volle poco per fargli raggiungere una certa consistenza.
Stavo dedicandomi a quell’operazione, quando Marco mi passò un preservativo e disse:

“Mettimelo su, che ti fotto e ti faccio finire bene l’anno!”

L’operazione fu conclusa in un attimo, io mi tolsi il vestito e mi misi seduta sul divano. Marco si avvicinò a me, il suo membro era perfettamente eretto, mi scostò le mutandine, lo appoggiò alle mie labbra e mi prese con decisione. La situazione mi eccitò subito. Ero sul divano a gambe aperte e lui, davanti a me mi stava possedendo. La sua penetrazione mi stava dando un forte piacere e l’idea di essere presa su un divano con quell’abbigliamento non faceva che aumentarlo. Sentivo i suoi colpi dentro di me, le sue mani che nel frattempo toccavano miei seni. In quella situazione non impiegai molto tempo a sentire un fremito percorrere il mio corpo e l’orgasmo arrivò rapidamente. Marco mi lasciò godere, poi si tolse e si mise seduto sul divano.

“Vieni qua”, mi disse.

Tolsi anche mutandine e reggiseno e andai a cavalcioni del suo corpo, con il viso rivolto verso il suo, mentre lui guidava di nuovo il suo membro dentro di me. Le sue mani guidavano su e giù le mie natiche e come sempre quella posizione mi piaceva da impazzire. Lo sentivo sotto di me mentre mi faceva sua, il mio piacere aumentava sempre di più. Anche lui stava per venire, le sue mani strinsero ancora più forte li miei glutei, il suo respiro si faceva sempre più frequente finché lo sentii venire copiosamente nel preservativo dentro di me. Rimanemmo un attimo lì, poi mi sfilai, mi inginocchiai davanti a Marco, gli tolsi il preservativo e pulii accuratamente il suo membro con la lingua.
Poi ci risistemammo e scendemmo di sotto, prima io, poi lui. Mancava circa mezz’ora alla mezzanotte. Festeggiammo e poi mi misi a ballare normalmente e ovviamente ripresi a bere. La festa andava normalmente, ballai, bevvi e partecipai alla condivisione di un paio di spinelli con dell’altra gente. Poi piano piano il tutto scemò verso una situazione più tranquilla, verso la fase delle chiacchiere da seduti, fino a che la gente un po’ alla volta iniziò ad andarsene. Quando ormai non c’era quasi più nessuno (e io ero discretamente ubriaca) vidi Marco ricomparire dalle scale (forse veniva dallo stanzino di sopra?) in compagnia di una bella ragazza che non conoscevo. Ormai non c’era più nessuno, ma io mi ostinavo a rimanere perché speravo di averlo di nuovo per me. Lui e la ragazza si separarono, lei andò verso i bagni e lui venne da me e mi disse:

“Chiara, sei ancora qua?
E io, avvicinandomi:
“Beh, sai, non so se sono contenta di com’è andata la serata”
e gli misi una mano sul pacco.
“Aspettiamo Rosanna e facciamo il giro a vedere che non ci sia più nessuno”
e così imparai il suo nome.
Aspettammo lì qualche minuto chiacchierando di cose inutili, finché non vidi tornare Rosanna, che ci guardava strana:
“Ah, non siamo soli..:” disse rivolta a Marco. E lui:
“Questo non significa che non ci si possa divertire, che ne dici Chiara?”
“Mah, non so…” fu la mia risposta.
“Facciamo il giro e chiudiamo”
disse e lo accompagnammo, mentre io e lei ogni tanto ci scambiavamo degli sguardi interrogativi. La guardai mentre camminavamo. Sembrava più grande di me, bionda, occhi azzurri, indossava un vestito lungo, nero, con uno spacco dal quale fuoriusciva una lunga gamba con in fondo una décolleté nera con il tacco.
Chiuse il locale, ormai certo che non ci fosse più nessuno e disse

“Dai, venite su…”

Io e Rosanna ci guardammo e salimmo le scale. Giunti nella stanza dove io e Marco avevamo scopato prima, chiuse la porta e disse:

“Beh, eccoci qua…”

Non sapevo cosa fare… Avevo già fatto sesso con due uomini (lo stesso Marco e Alberto, l’estate prima…), ma non sapevo come gestire la situazione. Marco risolse il dubbio: tirò fuori il suo membro dai pantaloni e disse allegramente:

“Chi comincia? Dai Rosanna, inizia tu”.

Ci scambiammo uno sguardo e lei si inginocchiò davanti a Marco e iniziò a leccarglielo. Io ero lì come in trance. Quella situazione mi aveva decisamente preso alla sprovvista. Rimasi lì titubante ancora per un po’ poi andai a sedere sul divano di fianco a lui e cominciai a baciarlo, mentre lui, con le mani mi aiutava a togliermi il vestito, lasciandomi in reggiseno, mutandine e calze autoreggenti. Rosanna si staccò dal pene di Marco, mi guardò e disse:

“Hai capito, la troietta!”

e riprese a succhiare. Marco mi tolse le mutandine il reggiseno e inizio a toccarmi la figa e i seni. Sentii il piacere che si impossessava di me. Mentre mi baciava mi sussurrò all’orecchio:

“Adesso ti scopo, sei pronta?”

Inutile dire che la mia risposta fu: “Si…”

Continuò ancora per un po’ a toccarmi, mentre Rosanna glielo succhiava e io, ormai in balia dei sensi, avevo rovesciato il capo all’indietro e mi lasciavo portare dal piacere.
Mi fece salire a cavalcioni del suo membro, e iniziai a cavalcarlo. Nel frattempo Rosanna si era avvicinata a me. Le sue mani cominciarono a toccarmi i seni, e provai una sensazione incredibile. Mentre io, ormai nuda, con indosso solo le mie calze autoreggenti, continuavo a cavalcare, Rosanna si allontanò e tornò dopo un attimo, anche lei nuda e
iniziò a baciarmi. La sua lingua era nella mia bocca, ci cercavamo, le nostre bocche si volevano. Le morsi le labbra in preda al godimento, mentre continuavo a cavalcare Marco
Poi mi fece scendere, si mise alla pecorina sul divano e disse:

“Dai, Marco, chiava me, adesso!”

Dopo un secondo Marco stava prendendo Rosanna, che disse:

“Chiara, mettiti qui davanti a me e apri le gambe!”

La situazione era strana e continuavo a non capire nulla… mi misi davanti a lei, che cominciò a leccarmela! Non ci potevo credere… Un’altra ragazza me la stava leccando e lo faceva talmente bene da farmi godere!!! Sentivo al sua lingua sul mio clitoride e poi che entrava dentro, mentre emetteva dei gemiti di piacere provocati dal membro che la prendeva da dietro. Staccai completamente il cervello. Il piacere prese il sopravvento, con la lingua di Rosanna che continuava farmi godere. Raggiungemmo il piacere quasi contemporaneamente e Marco se ne accorse e ci lasciò godere. A quel punto disse

“Dai, Chiara, adesso che hai goduto mettiti tu qua davanti!”

Cambiammo posizione: io a pecorina e Marco dietro di me che mi prendeva. Rosanna, intanto, si era messa vicino a noi e aveva iniziato a leccarmi il culetto. Godevo come una pazza… Dopo poco Marco lo tolse da dentro di me e lo sentì puntarlo al mio buchetto, già ben lubrificato.

“Cosa fai? No…”

dissi, ma non feci in tempo a finire la frase che lui, con un colpo secco mi penetrò. L’avevo già preso dietro, e ricordavo il mix di dolore e piacere che provocava, anche se stavolta il secondo superò abbondantemente il primo, anche grazie al fatto che Rosanna era passata sotto di me e me la leccava. Di nuovo quella sensazione… Di nuovo il mio cervello che si scollegava e lasciava che i miei sensi e la mia passione prendessero il sopravvento. Erano entrambi a mia disposizione, Marco mi prendeva e Rosanna me la leccava.
Continuammo in quel modo per un po’, finché non sentii Marco dire: a Rosanna:

“Troia, vieni qua e leccamelo!” e lei eseguì.

Leccava il membro di Marco mentre entrava e usciva dal mio buchetto, ormai tutto rosso e allargato. Avevo perso il conto degli orgasmi che avevo avuto, quando capii che Marco stava per venire. Uscì dal mio culo e venne copiosamente sulla mia schiena e nella bocca di Rosanna. Lei raccolse tutto lo sperma dalla mia schiena con la lingua e venne da me a scambiarci un bacio con la lingua, passandoci tutta la crema di Marco e godendo entrambe di nuovo.
Andammo in bagno assieme, ero come intontita, non capivo più molto di quello che avevo fatto, l’alcool mescolato al piacere mi avevano distrutto. Io e Rosanna ci sistemammo e tornammo dal nostro cavaliere che ci aspettava per il bicchiere della staffa, prima di andare tutti a casa.

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